Attenzione mediatica sul film francese “Xanadu”, che è stato condannato dai critici come un “Lacerante ritratto di una famiglia perversa sull’orlo di una crisi di nervi”, mentre i produttori rispondono alle accuse affermando che è una storia d’amore a tutti gli effetti con esplicite scene di sesso e alcune chat porno. La storia è di una famiglia, proprietaria di una casa di produzione porno, prossima al fallimento. Non resta che guardare con i propri occhi il film e giudicare da soli.
La regione Lombardia ha tolto il patrocinio alla manifestazione “Telefilm Festival” di Milano, dove è stata presentata la pellicola, per la presenza della parola “porno” nel comunicato stampa. Lo sceneggiatore del telefilm risponde che è un prodotto di alta qualità, dove è protagonista l’amore di un’attrice hard e il suo produttore, affrontando molte tematiche, come la passione, l’ossessione, l’abbandono, la follia e tanto altro. Gli argomenti sono gli stessi di qualsiasi altro film di amore, quello che cambia è la struttura della storia, ambientata nell’ambiente porno.
A quanto pare quindi, “Xanadu” non è prettamente hard e non è stato capito il vero significato dalla critica e dai media, e tutto questo scagliarsi contro un progetto diverso e particolare, forse è un’esagerazione. Oggi, ancora la parola porno fa paura, ma è giusto evidenziarla bene negli argomenti. In effetti anche questo è un mondo che esiste e non è tanto lontano da nessuno. C’è amarezza da parte di chi ha creduto in questa produzione e di chi ne ha fatto parte. Ci saranno dei ripensamenti nell’accoglienza? Speriamo in un cambiamento di opinioni e che si possa vedere la serie tv percependo il giusto senso.